Il Comalca fuori pericolo: rimodulato debito con le banche
Martedì 25 Ottobre 2016 – 18:11
I dettagli della situazione illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina in Camera di Commercio
Il Comalca è fuori da ogni pericolo. Si chiude in positivo una controversa storia lunga 14 anni che ha visto protagonista la società consortile a responsabilità limitata costituita nel 1980 per costruire e gestire il nuovo Centro Agroalimentare di Catanzaro rientrante nel Piano Nazionale dei Mercati e finanziato dalla Legge 41/1986. Dopo la costruzione del complesso immobiliare, la società ha iniziato la sua attività il 24 marzo 2002, ma fino ad oggi ha accumulato alle spalle solo tanti problemi di difficile risoluzione.
Se un paio d’anni fa era finalmente stato messo un punto, tramite un atto transattivo, alla questione relativa al mancato pagamento del costruttore, è rimasto a lungo in sospeso il rapporto di difficoltà con il pool di banche che aveva finanziato l’opera. Il ruolo del socio di riferimento, la Camera di Commercio, e l’impegno del suo presidente, Paolo Abramo, sono stati fondamentali per venirne a capo: “Fin dal mio insediamento 16 anni fa – ha spiegato Abramo in una conferenza stampa stamattina – il Comalca risultava essere la partecipata più disastrata. E’ stata una vera scalata che oggi, dopo una lunga trattativa, si è conclusa con l’accordo sulla rimodulazione dello stato finanziario che mette al riparo la società da ogni rischio. Le entrate certe ottenute dalla vendita di una parte della struttura alla Regione, per attività relative alla Protezione civile, superano l’importo delle rate ancora da corrispondere alla banca. Grazie a questa solidità di cassa, il Comalca si conferma un patrimonio del territorio, oltre che l’unica realtà consortile nel suo settore che ha onorato gli impegni”.
Ad illustrare nei dettagli i numeri sono stati il presidente del Comalca, Mario Maiorana – presenti anche gli altri membri del CdA Enrico Consolante, Maurizio Ferrara, Noemi Barbieri Donadio e Daniele Cirianni – e il legale Francesco Granato. La trattativa con quattro “giganti” del sistema bancario partiva da uno stato che prevedeva garanzie ipotecarie per 30 miliardi di vecchie lire ed un credito complessivo di oltre 7 milioni di euro. Il costo del mutuo ammontava a 660mila euro all’anno a fronte di una capacità produttiva limitata a circa 100 mila euro. La soluzione finale è stata raggiunta attraverso una rivisitazione del sistema dei tassi: piuttosto che caricare sul finanziamento erogato gli interessi al 5,50 per cento, si è giunti ad un accordo basato sui soli interessi legali dello 0,50 per cento applicati alla somma ancora dovuta da parte della società, già scaduta nel 2013 e che è stata spalmata fino al 2020.
Numeri alla mano, a fronte di 2milioni e 400mila euro di debiti, il Comalca ha già in cassa 2milioni e 600mila euro riuscendo anche a conseguire delle plusvalenze. Chiusa finalmente questa lunga storia, ora lo sguardo è rivolto al futuro. Abramo ha le idee chiare e lancia la sua proposta: “Il Comalca dovrà essere gestito con capacità a tutela dell’equilibrio finanziario per non correre il rischio di un ritorno al passato. Una soluzione, già prospettata, potrebbe essere quella di farne anche un luogo di produzione tramite project financing”.
0 commenti